TERAMO – Mentre il prossimo passaggio giudiziario, nel caso Robimarga, sarà quello dell’udienza dinanzi al tribunale del Riesame a cui la difesa ha fatto ricorso contro la sospensione cautelare per due mesi del medico ed ex assessore, anche la Asl muove i suoi passi nella vicenda. L’amministrazione da cui dipende Robimarga per la sua professione di urologo ha infatti trasmesso all’ufficio disciplinare il provvedimento notificato dal gip del tribunale di sospensione dalle funzioni, affinchè valuti le responsabilità nei confronti della Asl: per prassi adesso il giudizio di merito sarà sospeso in attesa del pronunciamento della magistratura. Si tratta però di una iniziativa chepotrebbe avere conseguenze pesanti per il medico, perchè a livello disciplinare rischierebbe paradossalmente più che nel processo. Ma non c’è soltanto l’inchiesta interna per Robimarga in questa vicenda. La Asl ha chiesto all’ufficio disciplinare di valutare anche la posizione del dirigente medico che ha assegnato all’ex assessore la stanza al terzo piano del II Lotto dell’ospedale Mazzini e che la procura ha citato nella richiesta di provvedimento cautelare in relazione a una presunta truffa aggravata ai danni dello Stato. L’indagine giudiziaria, seppure per questa parte non abbia trovato la condivisione del gip, ha infatti ricostruito attraverso la testimonianza dello stesso dirigente medico come quell’ufficio sia stato assegnato a Robimarga, in uso esclusivo, dopo un’ispezione che aveva accertato l’inidoneità della stanza che lo stesso urologo divideva con un collega di reparto, nel reparto di urologia. Una successiva verifica di quel verbale di ispezione da parte degli inquirenti ha fatto scoprire che ciò non era vero: non c’era alcun riferimento alla non idoneità del locale. Inoltre, il primario del reparto di urologia, Vicentini, e gli altri medici, non erano a conoscenza dell’esistenza di questa stanza da tutt’altra parte dell’ospedale rispetto al reparto stesso. Se finora ciò non è stata materia di gip, almeno nelle conclusioni del primo interrogatorio di garanzia, è però materia per la Asl, che sicuramente vorrà vederci chiaro. Tra l’altro, questa stanza "spiata" per oltre un mese dall’occhio tecnologico dei carabinieri del reparto operativo, si trova a due passi dalla direzione sanitaria.
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